La bibbia e la vita dei santi

La bibbia e la vita dei santi

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Canto del mare di Mosè

Chi sono loro? Questi esempi.

Vanno venerati? Ma pensavo che ci fosse un SOLO DIO!!! La gente prega cosi tanto i santi che si dimentica di Dio.

Magari è un approccio sbagliato : Un santo è una persona che ha cercato Dio di tutte le sue forze.
Ha avuto paura, ha sbagliato, ha anche fatto del male a volte, ha fatto finta di non sentire Dio, ha avuto le sue crisi esistenziali ma ha urlato a Dio. Dio ha deciso di portarla a lui. Quelle persone hanno, poi, voluto tenderci la mano per aiutarci a trovarlo.
Li preghiamo perché sappiamo che Dio ha fatto delle meraviglie attraverso le mani di questi Santi. E quindi preghiamo i Santi perché ci accompagnino in questa ricerca.

Sant'Agostino è stato un esempio incredibile. Terribile!
Per Gloria, per Carriera, è cresciuto nella società romana a tutti costi. Ha colpito violentemente Sant'Ambrogio. Ha vissuto una vita di ricchezza, lussuria. Ma Dio lo portava a lui poco a poco. Sant'Agostino è stato in eterna sete , in eterna crisi, e ha cambiato radicalmente al punto di diventare un grande esempio per noi. Da diffidente, vigliacco , aggressore dei cristiani, Dio lo trasformo e li diede la forza di portare una tale Fede da averne i frutti fino ad oggi, tra di noi.
Guardate il suo film. E bellissimo.

Dopo avere visto il film, magari, se volete scoprire il suo percorso , leggete le sue << Confessioni>>

Le Confessioni di Sant'Agostino

Spiegazione dell'immagine :

Si racconta che sant’Agostino camminando sulla spiaggia tra Civitavecchia e Tarquinia, immerso in profondi pensieri perché stava componendo un suo famoso trattato sulla trinità, ebbe la visione di un fanciullo, che con una conchiglia attingeva acqua dal mare e la trasportava in una piccola buca, scavata nella sabbia.
 - Che fai bimbo? – domandò sant’Agostino.
 - Voglio svuotare il mare e metterlo in questa buca, – rispose il bambino.
 - Ma non vedi che è impossibile? Il mare è così grande e la buca così piccola!

 - Vescovo Agostino, e come potrai tu, piccola creatura della terra, con la tua limitata intelligenza comprendere un mistero così alto, come quello della ss. Trinità?

Detto ciò, il piccolo scomparve.
Era un angelo del cielo.
 
 
E Saulo divenne San Paolo!!!
 
 
 
Folgorato sulla via di Damasco
 
Il 25 gennaio la Chiesa ricorda la conversione di San Paolo, un episodio della storia della religione cattolica tanto famoso da essere divenuto proverbiale, infatti oggi è rimasta in uso l’espressione  “folgorato sulla via di Damasco”.
  Colgo l’occasione per ricordare questo episodio che ha tanto ispirato artisti di tutti i tempi.
  Saulo era uno dei più agguerriti avversari della religione cristiana appena sorta. Egli perseguitava i seguaci di Cristo in modo assiduo ed il viaggio che aveva intrapreso per Damasco aveva appunto lo scopo di smascherare e imprigionare gli adepti della nuova fede.
  Proprio mentre si stava recando in questa città fu avvolto da una luce ed udì una voce che gli disse:
  “Saulo, Saulo, perché li perseguiti!”.
  La voce era quella di Gesù che si domandava il perché di tanto accanimento.
  Saulo cadde da cavallo e quando si rialzò ed aprì gli occhi si rese conto di essere diventato cieco. La voce gli intimò di proseguire verso la città.
  Così fece: si recò a Damasco dove rimase per tre giorni. Allora il Signore andò in sogno ad Anania, un cristiano che viveva in città, e gli disse di andare da Saulo e di guarirlo dalla sua cecità.
Anania conoscendo l’ostilità di quell’uomo per i cristiani chiese a Gesù perché avrebbe dovuto salvarlo ed egli gli rispose:
 “Va, perché io ho scelto quest’uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele. Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.”
 Anania così obbedì al suo Dio e si recò da Saulo, impose le mani sui suoi occhi ed egli recuperò la vista. Riprese le forse e fu battezzato alla religione di Gesù con il nome di  Paolo.
 
Padre Pio :

 
 

Attraverso il Sorriso di Padre Pio, se riusciremo a coglierlo nel senso giusto, scopriremo che il Buon Dio non è quell'arcigno Vecchio sempre pronto a bronto­lare e a colpire, ma un Papà sorridente che «gioca negli universi» e che vuole giocare anche con noi, i piccoli che Egli ama e nei quali è la Sua gioia.

 
«Uno, due, tre...»
Avevo deciso di smettere di fumare e di offrire questo piccolo sacrificio al Padre. Cominciando dal primo giorno, ogni sera, col pacchetto di sigarette intatto in mano, mi fermavo dinanzi alla sua immagi­ne e gli dicevo: «Padre, è uno!... »; al secondo giorno: «Padre sono due!...».Dopo quasi tre mesi - tutte le sere la stessa cerimonia - andai a trovarlo: «Padre - gli gridai appena lo vidi - sono 81 giorni!».«Ma se me li hai fatti contare tutte le sere!...», mi rispose sorridendo.

La «durezza» di Padre Pio
Padre Pio cacciava dalla confessione. Padre Pio era burbero. Padre Pio era duro. Non è vero. Una volta ho domandato al Padre: «Padre, perché talvolta voi trattate con tanta du­rezza tanti poveri uomini?»
E il Padre mi ha risposto: «Figlio mio, prima di far soffrire gli altri, se sapessi quanto soffro io... Ma è necessario, perché io da tante creature debbo togliere il vecchio per mettere il nuovo»

Ad ognuno il suo
«Padre, un mio familiare non sta bene da due anni. Aspetta la vostra risposta. Cosa debbo dirgli?».
«Digli che io non sto bene da settant'anni».

Un brutto mestiere
«Padre, desidero farmi santo!» «Vagliò, hai scelto un brutto mestiere».

Una vita da cani
«Padre, voglio farmi santa!»
«Va bene, figlia mia, ma sappi che è una vita da cani...» le rispose il cappuccino sorridendo.

... e, anni dopo, per due lire
Sul piazzale della chiesa un ragazzo vendeva le fotografie del Padre gridando:
«Chi vuole comprare Padre Pio: due lire!».
Il Padre era nel coretto vecchio. Udendo la voce del ragazzo che ripeteva con calore l'offerta al pubbli­co, guarda sorridendo un confratello che gli era vici­no; poi, rivolgendosi al Crocifisso, disse in confidente tono di scusa: «Gesù, perdona! che differenza fra me e te: tu fosti venduto, io sono comprato!».

L'augurio più bello
Chiedevo al Padre la benedizione per l'anno ap­pena iniziato, il 1967. Poggiandomi la mano sul capo, disse: «Ti faccio l'augurio della sofferenza; che? non ti piace? Ti ho fatto l'augurio più bello».
Io esclamai: «Sia fatta la volontà di Dio».
Ma il Padre leggendo nel mio animo la lotta tra lo spirito e la materia, ripeté con parole ben scandite: «E che non ti piace? Ti ho fatto l'augurio più bello, quello della sofferenza».
«Padre, sì, sia fatta la volontà di Dio». «Mò mi piace!».

Non aveva peli sulla lingua.... Proprio per quello tanta gente lo continua a cercare tutt'oggi !!! Tu?

 
San Francesco :

Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e i boni homines fuoriusciti assisani: Francesco fu catturato con molti suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia.
Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare cavaliere e nel 1205 si unisce al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere. È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto, a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo: «Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?». Rispose: «Il Signore». Replicò la voce: «E allora perché abbandoni il Signore per il servo?» . L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà .
Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste l’abito da eremita continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso: «Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» (FF 593).

 
Una volta l’uomo di Dio era in viaggio con il compagno nella terra di Puglia. Vicino a Bari trovarono sulla strada una grande borsa, di quelle che chiamano fonda.
Il compagno, vedendo che sembrava gonfia e piena di denaro, la fa notare al servo di Cristo, e insiste perché la si raccolga e si prenda il denaro, per distribuirlo ai poveri.
Rifiuta, l’uomo di Dio, affermando che quella borsa è un trucco del diavolo e che il frate lo vuole spingere a fare un’azione nient’affatto meritoria, ma peccaminosa, cioè a dare in elemosina il denaro altrui, dopo averlo sottratto di nascosto.
Si allontanano dal luogo, si affrettano a riprendere il cammino. Ma il frate, ingannato dalle sue fantasticherie di carità, non è ancora tranquillo, non desiste dal molestare l’uomo di Dio, accusandolo di insensibilità per i poveri. Sicché, alla fine, il mite santo accondiscende a ritornare sul posto, non per fare quello che voleva il frate, ma per svelare l’inganno del diavolo.
Ritorna, in compagnia del frate e di un giovane, incontrato sulla strada, vicino alla fonda e comanda di raccoglierla da terra.
Il frate comincia, con suo stupore, a tremare, perché già presente il prodigio diabolico. Tuttavia scaccia l’esitazione, facendosi forte col comando della santa obbedienza, e stende la mano verso la borsa.
Ed ecco: salta fuori un grosso serpente, che subito scompare insieme con la borsa.
Così fu svelato l’inganno del demonio e scoperta l’astuzia fraudolenta del nemico.
«Il denaro – disse allora il Santo al suo compagno – per i servi di Dio, non è altro, o fratello, che demonio e serpente velenoso»
 
 
Siate curiosi !!! Sono testimonianze bellissime !!! E quando mettete una candela davanti a una loro statua, potete pensare : << Che coraggio! Mica facile la loro vita... eppure ... !!!  >>